lunedì 20 gennaio 2014

Shopping? No, grazie!



Se fossi magra mi vestirei tutti i giorni con le tutine fascianti e sberluccicose di Jennifer Lopez (a cui, tra l’altro, sconsiglio visto l’effetto salsiccia che ormai ottiene).

Ma sono grassa e quindi mi devo accontentare al massimo della mia tutona fucsia da ginnastica.

Una delle domande che temo di più non è quella odiata da tutte le donne, vale a dire: “quanti anni hai?” No, no. La domanda che odio di più in assoluto è una sola: “andiamo a fare shopping?”



Per me fare shopping significa accumulare stress e ansia, sbavare contro le vetrine alla vista di abiti striminziti in cui non potrò mai entrare e finire per fare la portaborse alla mia amica magra.
Sì, perché accanto ad un’amica grassa c’è sempre una smilza.

E’ una legge della natura. Se una è bella, l’altra è brutta, se è magra l’altra è obesa, se è alta l’altra è bassa e così via…
Fateci caso e vedrete che vi spunterà un sorriso. Amaro, se vi renderete conto di essere dalla parte delle difettose.

Generalmente le ore che precedono l’avvenimento ogni donna è in fibrillazione, passa ore davanti allo specchio a spelarsi minuziosamente sopracciglia, inguine e gambe, indossa tacchi 12 che generalmente usa solo a capodanno o al matrimonio di qualche amica e parte in picchiata.

Io al massimo cambio le calze di cotone da tennis con dei gambaletti neri e controllo non ci siano dei buchi, nel caso dovessi mai decidere di provare qualcosa.
Sì, perché anche per le scarpe non è che sia facilissimo trovare quelle che mi calzino a pennello avendo un 41. Anche qui sono over size.

L’incontro tra la mia amica magra e me, all’ora x, ha qualcosa di ambiguo e inquietante. Non si capisce infatti se veniamo dallo stesso pianeta e se siamo della stessa razza. Lei ha lo stile di Gabrielle Solis in Desperate Wives e io sembro un misto di Peppa Pig e Garfield!

Fatti i convenevoli, la mia amica decide (fosse per me la porterei nel reparto taglie forti della Kiabi) quali boutiques visitare. Vi assicuro che non ho nemmeno bisogno di parlare, basta lo sguardo della commessa non appena mi vede entrare, che si chiede che cosa ci faccia lì, e infatti non appena pronuncio timidamente: “Scusi…”, lei con uno sguardo malefico e una voce minacciosa non mi lascia terminare la frase rispondendomi con cattiveria: “Mi dispiace, ma non abbiamo vestiti della sua taglia, qui”.

Odio, odio incondizionato per tutte le commesse di questo tipo, che possano ingrassare di 30 chili con un’iniezioni sbagliata di botulino!

“Veramente volevo solo sapere a che ora chiudete”. Questo volevo sapere, stronza!

Appurato che lo shopping non è il mio forte, tornerò al sicuro tra i camerini bui e il reparto dimenticato in un angolo del mio negozio di fiducia taglie XXL, indossando completi informi e demodé e consolandomi con un cono crema, panna e granella di nocciole!


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2 commenti:

  1. ciao! ho visto il tuo commento sul mio blog... ti seguo volentieri!! questo pezzo è molto carino... io pure mi sono trovata spesso in situazioni del genere fino a 3 anni fa! ;) poco prima di Natale, stremate e reduci da un pomeriggio di shopping da H&M (ma praticamente avevo comprato solo io!) una mia amica mi fa: "era una volta che giravamo da un negozio all'altro provando un sacco di vestiti senza stancarci mai!" volevo dirle che era lei quella che li provava... io non ci entravo nei vestiti di piazza Italia o Terranova!!! ;)

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  2. Grazie mille! non vedo l'ora di dire: Kiabi addio ahahah

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