Un mio raccontino stile noir erotico, presente su un e-book gratuito (Lite-match) della Lite Editions
Osiamo un po' :)
Lo conobbi in un ferroso pomeriggio di novembre.
Un
caldo insolito e lamelle di pioggia battente fanno da collante tra la federa
della mia gonna di bassa manifattura e le calze di nylon.
Comodamente
seduta nel sedile della mia auto, imbocco una strada senza destinazione. In
fondo non mi interessa dove, ma con chi terminerò questo viaggio.
Non conosco
l’impazienza di un desiderio, né la necessità di una carezza.
Non so
cosa sia questo nero ma ho imparato che basta lavarlo via per tornare pulita.
Lui è
lì con il pollice alzato, ignaro passeggero di passaggio.
“Salta
su”, gli faccio con un cenno della testa.
“Vado verso
sud”, mi dice agitando nella mano un depliant pubblicitario.
“Ti ci
porto io”, incalzo, “ma a una
condizione”.
“E
quale sarebbe?”
Sorrido
maliziosa e senza accorgermene scorro lentamente il palmo della mano lungo la
gamba fino al ginocchio e torno su accarezzando l’interno della coscia,
sollevando un lembo della federa verde acido.
Sorride
compiaciuto e mi siede accanto.
La
promessa è scritta nel contachilometri.
Duecento,
prima di arrivare a destinazione.
Sento
il suo ginocchio premere contro il mio quando inforco una curva e scendo verso l’inferno.
Il suo.
Subito
dopo sono le sue dita a varcarne la soglia. Prima una, poi un’altra e un’altra
ancora.
La
federa diventa di un verde violento.
Accosto.
Serro le gambe e scosto malamente la mano dell’incosciente che ha azzardato
tanto.
Perlomeno
prima di ricevere il permesso.
“Non
ora”, gli intimo decisa, “Su quella spiaggia”, dico sollevando il mento per
indicare la direzione.
Giunti sul
posto scende dall’auto. L’aria salmastra libera immediatamente le nostre narici.
Gli
passo il mio foulard rosso sangue sotto il naso e glielo lego sopra gli occhi.
“Lo
senti l’odore del mare?”
Lo
metto giù in ginocchio: “Allora… lo senti?”
Davanti
a lui, sollevo la gonna e affondo il suo viso nella mia conchiglia bagnata.
“Si
sente il mare, vero?”
Intento
a banchettare con i miei frutti non si accorge del rumore metallico.
Una
promessa è una promessa.
Un
boato silenzioso, carne che cade.
“Questa…
è la mia condizione”!
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