Se fossi magra mi vestirei tutti
i giorni con le tutine fascianti e sberluccicose di Jennifer Lopez (a cui, tra
l’altro, sconsiglio visto l’effetto salsiccia che ormai ottiene).
Ma sono grassa e quindi mi devo
accontentare al massimo della mia tutona fucsia da ginnastica.
Una delle domande che temo di più
non è quella odiata da tutte le donne, vale a dire: “quanti anni hai?” No, no.
La domanda che odio di più in assoluto è una sola: “andiamo a fare shopping?”
Per me fare shopping significa
accumulare stress e ansia, sbavare contro le vetrine alla vista di abiti
striminziti in cui non potrò mai entrare e finire per fare la portaborse alla
mia amica magra.
Sì, perché accanto ad un’amica
grassa c’è sempre una smilza.
E’ una legge della natura. Se una
è bella, l’altra è brutta, se è magra l’altra è obesa, se è alta l’altra è
bassa e così via…
Fateci caso e vedrete che vi
spunterà un sorriso. Amaro, se vi renderete conto di essere dalla parte delle
difettose.
Generalmente le ore che precedono
l’avvenimento ogni donna è in fibrillazione, passa ore davanti allo specchio a
spelarsi minuziosamente sopracciglia, inguine e gambe, indossa tacchi 12 che
generalmente usa solo a capodanno o al matrimonio di qualche amica e parte in
picchiata.
Io al massimo cambio le calze di
cotone da tennis con dei gambaletti neri e controllo non ci siano dei buchi,
nel caso dovessi mai decidere di provare qualcosa.
Sì, perché anche per le scarpe
non è che sia facilissimo trovare quelle che mi calzino a pennello avendo un
41. Anche qui sono over size.
L’incontro tra la mia amica magra
e me, all’ora x, ha qualcosa di ambiguo e inquietante. Non si capisce infatti
se veniamo dallo stesso pianeta e se siamo della stessa razza. Lei ha lo stile
di Gabrielle Solis in Desperate Wives e io sembro un misto di Peppa Pig e
Garfield!
Fatti i convenevoli, la mia amica decide (fosse per me la
porterei nel reparto taglie forti della Kiabi) quali boutiques visitare. Vi
assicuro che non ho nemmeno bisogno di parlare, basta lo sguardo della commessa
non appena mi vede entrare, che si chiede che cosa ci faccia lì, e infatti non
appena pronuncio timidamente: “Scusi…”, lei con uno sguardo malefico e una voce
minacciosa non mi lascia terminare la frase rispondendomi con cattiveria: “Mi
dispiace, ma non abbiamo vestiti della sua taglia, qui”.
Odio, odio incondizionato per tutte le commesse di questo
tipo, che possano ingrassare di 30 chili con un’iniezioni sbagliata di
botulino!
“Veramente volevo solo sapere a che ora chiudete”. Questo
volevo sapere, stronza!
Appurato che lo shopping non è il mio forte, tornerò al
sicuro tra i camerini bui e il reparto dimenticato in un angolo del mio negozio
di fiducia taglie XXL, indossando completi informi e demodé e consolandomi con
un cono crema, panna e granella di nocciole!
Questo articolo lo trovate qui:
ciao! ho visto il tuo commento sul mio blog... ti seguo volentieri!! questo pezzo è molto carino... io pure mi sono trovata spesso in situazioni del genere fino a 3 anni fa! ;) poco prima di Natale, stremate e reduci da un pomeriggio di shopping da H&M (ma praticamente avevo comprato solo io!) una mia amica mi fa: "era una volta che giravamo da un negozio all'altro provando un sacco di vestiti senza stancarci mai!" volevo dirle che era lei quella che li provava... io non ci entravo nei vestiti di piazza Italia o Terranova!!! ;)
RispondiEliminaGrazie mille! non vedo l'ora di dire: Kiabi addio ahahah
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